Club Spaventa Passere

lunedì, settembre 12

corto

Ciao a tutti!
ho letto il racconto di Maurix per il corto e mi sono messo subito al lavoro per modellarlo meglio (maurix già mi stara' odiando per questo!), qualcosa andava cambiata appena finisco vi invio le modifiche!
Nel fratempo esorto Maurix a mettere in rete il pezzo così gli altri possono cominciare a tirar giù qualcosa!
Canzone finale del corto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
----------PHYCO KILLER---------- ___TALKING HEADS___
I3 3 /-\ T _ 01

2 Commenti:

  • Okay, queste è ciò che ho scritto, anche se in effetti non è granchè.
    P.S. Credo che la canzone sia Psycho killer, non phyco killer, che altrimenti sarebbe l'omicida del fico:)

    CORTO PRIMO

    Quella sera pioveva e faceva freddo a Gotham City e il buio di inizio autunno non aiutava a migliorare le cose. Alle tre del mattino non c’era un’anima viva a Gallitello ed il silenzio urlava tra le luci rosso soffuse dei lampioni che illuminavano due volti coperti. Tra i muri di contenimento lungo la strada, tra fango ed erba e spine incolte le due teste di calza respiravano con difficoltà e sembravano due tori pronti a sfuriare guardandoli mentre il vapore, per il freddo, usciva dalle loro narici.
    “Porca puttana, ma non avevi detto che ‘sto coglione stanotte veniva a prendere roba dal locale?” disse il losco più basso. A vederlo in giro chi poteva avere timore di lui? Ma era solo leggendo tra le righe di ciò che diceva che potevi capire di che pasta era fatto ed il socio, che lo conosceva da tempo e lo aveva visto in azione, sapeva bene che c’era poco da fidarsi di lui.
    “Cazzo, sono sicuro che verrà, è questa la not…”
    Una luce bianca d’auto lo interruppe e illuminò il suo sguardo sicuro. Lui non era basso e se lo vedevi per strada li temevi i suoi bicipiti da bastardo. Le luci si spengono davanti i loro occhi ed un uomo scende dall’auto per aprire una serranda elettrica con un giro di chiave. Faceva un fracasso infernale quel rotolo di ferraglia che si avvolgeva su sé stessa, potevi credere che si sarebbe svegliata tutta la fottuta città, ma all’improvviso si placò e si sentirono solo passi veloci ed una voce:
    “Entra finocchio e dì le tue preghiere”.

    B U I O

    I bicipiti del bastardo funzionavano a dovere mentre soffocavano le urla nella gola del finocchio mentre il socio lo manganellava ben bene. Mollata la presa il crumiro respirava affannosamente, i suoi ultimi respiri perchè il grosso bastardo incappucciato estrasse una pistola e forò come un colabrodo lui ed il suo Belstaff del cazzo. Tutto finito…Morto…Defunto…Fantasma!

    NO!

    Il fantasma si rialza e corre verso i due che lo ripiombano invano finchè le parti si invertono ed è il lurido adesso che tenta di strozzare il bisonte. Egli annaspa ed è allo stremo, invoca aiuto ma nessun suono esce dalle sue labbra.
    “Non è possibile, non può essere, non sta accadendo.”
    Ma il collo invece faceva un male cane e la vista si annebbiava mentre perdeva le forze. E le speranze. Addio mondo schifoso…


    ZSACK

    un braccio cade all’altezza della spalla e l’altro lo segue a ruota lavando di sangue il bisonte abbattuto sotto di lui. …E poi la testa…Via…Per sempre…rivelando il volto ghignante di Maurix insanguinato che in quel momento gli apparve non umano sotto il riflesso dell’ascia:
    “Come va socio, questo bastardo non voleva mollare né borsa né vita a quanto pare. Pazienza, del resto c’è sempre il commercio on-line, no? Ah ah ah.”
    Santrino si sveglia sudato e col respiro di Rocco Siffredi.
    “Cazzo, bisogna che mangi meno pesante la sera” disse.
    In quel momento squilla il cellulare con l’inimitabile suoneria di Iggy Pop “The Passengers”.
    “Pronto?”
    “Ciao Sandro, sono Francesco passa da me che regoliamo i conti, il commercialista ha fatto la sua parte.”
    “Okay, mi vesto e sono da te. Hei, avevo perso le speranze, come mai mi paghi ora”
    “Cazzo non ci crederai, ho vinto al lotto. Ho giocato i numeri dopo aver sognato due uomini incappucciati che mi aggredivano, sparavano e facevano a pezzi. Incredibile, vero?”
    Santrino non credeva a ciò che aveva appena sentito. Il suo ex datore di lavoro, da sempre giudicato un bastardone e che odiava profondamente, stava per dargli il gruzzolo che avanzava e che non aveva mai voluto dargli. Ora Santrino non pensava più che fosse un bastardone. Era sicuro che lo fosse e si disse che voleva pagarlo solo per beffarlo della vincita.
    L’aria mattutina era umida, come sempre, ma quel giorno in cielo si percepivano toni rossi.
    “Rossi. Già, come il sangue.”
    Pensò aprendo la Peugeot 106. Rossa. Giro di chiave, codice e via. Poi prese il telefono.
    “Maurix vengo a prenderti, ho un lavoro. Devi accompagnarmi.”
    “Ti aspetto.”
    Sotto casa di Maurix, parcheggiata l’auto, Santrino pensava a quelle tre parole del sogno che ancora galleggiavano nell’aria:
    “COMMERCIO ON-LINE.”
    Sembrava assurdo che fra tutte le cose accadute in quel sogno ricordasse proprio quelle tre parole.
    Sorrise e pensò che era in quella direzione che avrebbe dovuto investire il malloppo in arrivo. Tutto sommato, dopo la telefonata che lo aveva fatto incazzare e rimanere di sasso, il suo volto appariva stranamente tranquillo e guardando le pieghe agli angoli della bocca si poteva scorgerli rivolti in su a mò di ghigno. Malefico, come quello di Maurix che gli si faceva incontro.
    “Ciao socio. Perché vuoi che ti accompagni. Sei teso per il tuo nuovo lavoro?”
    “No, ho solo bisogno delle tue competenze.” Sorrise Santrino. Maurix era un maestro d’ascia. Ed era totalmente fuori.
    Santrino sorrise ancora un attimo. Poi giro di chiave…Codice…E via...Verso il rosso...Come il sangue…Come la Peugeot 106…Che si allontanava al suono di “Sunshine over the rainbow”.

    THE END

    Scritto da Blogger Maurix, il 12/09/05, 21:38  

  • Spettacolare!

    Scritto da Blogger Roland, il 13/09/05, 09:23  

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