Club Spaventa Passere

martedì, novembre 15

Il primo appuntamento - visto da lei

Naturalmente ero così incazzata quando ho letto il primo appuntamento visto da lui che non ho potuto non replicare... e così è uscito fuori questo.

Partiamo dal presupposto che il più delle volte ci hai messo mesi prima di riuscire ad uscire con il fantomatico. Perché, diciamocelo, a volte se non gliela sbatti in faccia violentemente mica lo capiscono che ci stai. Sensibilità tendente a meno infinito, fin dall'inizio. Ma giunge al fine un momento in cui tutto apparentemente si risolve, le nebbie si diradano e tu sei pronta per la prima uscita con lui. Ora, la prima uscita con uno che non ti si è filato per mesi e che un giorno all'improvviso ti ha guardato con un filo di bava che gli colava giù dal lato sinistro del labbro (guarda caso era il giorno in cui avevi tirato fuori la minigonnella nera dei tuoi sedici anni, dopo dieci anni di dieta)e ti ha chiesto: ti va di uscire venerdì sera? ignorando alla grande che il venerdì è consacrato alla cena + disco con le amiche e che solo un babbione potrebbe proporti coscientemente di rinunciare all'unica serata decente della settimana per una trombata dall'esito incerto. comunque, giacchè le ragnatele iniziano ad ispessirsi, ti rassegni a rinunciare al mojito selvaggio e alla hecha en cuba e prenoti, nell'ordine: parrucchiera (quella, da sola, ti porta via almeno due ore); estetista (due giorni prima, altrimenti le tue gambe sembreranno quelle di una reduce da Nagasaki); manicure (solo se hai veramente i soldi da buttare) e naturalmente il sabato pomeriggio successivo dalla Gloria per raccontarle tutto per filo e per segno. Quando finalmente torni a casa sei esausta e vorresti solo infilarti il pigiamone di Winnie Pooh e buttarti a letto, invece sei costretta a infilarti uno stramaledetto perizoma che ti sega il buco del culo e un reggiseno a balconcino con due decilitri di olio per avere un'imbottitura del tutto naturale e assomigliare vagamente a Pamela Anderson (vestita). Il tutto continuando a ripeterti che cazzo, lo faccio solo per sentirmi a posto con me stessa, non è che gliela dò la prima sera che poi se il giorno dopo non mi telefona me ne vado in paranoia, però può capitare che dal bacio appassionato della buona notte si giunga al più frenetico petting spinto e allora non è che posso farmi trovare con i mutandoni e la pancera. Anche se naturalmente la pancera ti farebbe comodo perché sono due giorni che per tamponare il nervosismo dell'appuntamento ti abboffi di pane e nutella ed ora il tubino di Dolce & Gabbana che t'eri fatta prestare da Gloria per l'occasione è in preda a crisi di panico. In tutto ciò sei anche tu in preda al panico perché il cazzone è lì sotto casa che ti aspetta da un'ora, ignorando il principio sacrosanto per cui se una donna ti dà appuntamento alle nove non potrà mai essere pronta prima delle dieci e mezza. Mentre continui disperatamente a ripeterti che non sarà nervoso per l'attesa e che farsi desiderare è la cosa migliore che tu possa fare, afferri la borsetta di perline minuscola in cui non entra nemmeno la carta di credito e tenti invano di ficcarci chiavi di casa, cellulare e portafogli. i minuti passano e tu sei ancora lì a fare e disfare la borsa manco fosse il bagagliaio di un'utilitaria che debba ospitare le valigie di una famiglia di sei persone, quando ti viene la geniale idea di lasciare il portafoglio e portare solo la patente e cinquanta euro. finalmente riesci a varcare la soglia di casa, zampetti sulle tue fighissime scarpine con il tacco a spillo urlando silenziosamente di dolore ad ogni passo e arrivi alla sua macchina. per lo meno da fuori sembra pulita, certo è sempre una golf serie II machissenefrega, non badiamo troppo alle apparenze. lui è rinchiuso nell'auto e non accenna a volerne uscire, forse l'hanno inscatolato, non vedi da nessuna parte la chiavetta per aprire. ti rassegni ad aprirti da sola lo sportello e capisci perché non si muoveva: era completamente intontito dallo stereo che suona a palla Dawn of Victory dei Rhapsody. Non appena ti affacci in macchina gli prende un colpo, pensi devo fare veramente schifo, invece è solo perchè l'epic metal gli mette addosso una carica alla Conan il Barbaro e ti ha scambiato per Thulsa Doom, con quei capelli lunghi e lisci e la frangia (le avevo detto di non tagliarmi la frangia!!!) Finalmente si scuote, capisce che è la tipa che si vorrebbe trombare e sfodera un sorriso a novantasette denti, illudendosi che gli incisivi storti lo facciano assomigliare a Tom Cruise. Comincia la serata. Evidentemente è convinto che tu vada pazza per l'epic metal o quello che cazzo è perché non accenna minimamente ad abbassare il volume dello stereo mentre arpe violini e schitarrate cominciano a farti salire un nervoso insistente. Cominci a temere che vorrà portare il cd anche nel locale, magari chiederà al cameriere dov'è lo stereo, cambiamo musica, ho qui qualcosa di meglio. oppure è uno di quei pazzi che gira con l'I pod con le doppie cuffiette e pretenderà di sentire quella musica infernale anche mentre mangiate... Vorresti essere più assertiva, come dice Robin Norwood, per avere il coraggio di chiedergli di abbassare il volume, ma lui è talmente gasato che non hai cuore di fare una cosa del genere. Arrivate DEVE per forza parcheggiare DAVANTI al locale, anche se c'è spazio mezzo metro più avanti, quindi fa quattordici volte il giro dell'isolato (sempre con i Rhapsody a tutto volume e le tue orecchie che invocano pietà) fino a quando non si libera il posto che ha deciso lui, solo che l'aveva visto prima un altro, e allora fanno finta di voler litigare, poi siccome l'altro ha la macchina più grossa si decide a parcheggiare più lontano. Entri in questo posto e naturalmente è pieno di vecchi bavosi che ti squadrano da capo a piedi perché non vedono una donna sotto i sessantacinque da quando non avevano loro venticinque anni, ossia ben prima dell'ultima guerra. Il tavolo è sempre in fondo, urli di dolore ad ogni passo ma mantieni il silenzio. Finalmente vi sedete e tu gli dài un'occhiata, per fortuna non ha la catenina d'oro, ma ha comunque la camicia aperta a mostrare il pelazzo schifoso che preghi ardentemente non voli fino al tuo piatto perché altrimenti hai finito di mangiare. Naturalmente hai una fame da lupo perché per riuscire ad entrare nel tubino nonostante la nutella hai digiunato a pranzo. Naturalmente lui è espertissimo di gastronomia e sopratutto di vini come tutti gli uomini e ti "consiglia" un primo leggero seguito da una scaloppina di pollo, dal che deduci che è pure tirchio. Arriva il cameriere e lui si sente in dovere di parlare per entrambi, oltre tutto è risaputo che nei locali pubblici una donna meno si fa notare e meglio è, anzi se entrasse direttamente con la bocca cucita con ago e filo e la scucisse solo per mangiare sarebbe l'ideale. vorresti obiettare timidamente che la carne di pollo ti puzza e che preferiresti la tagliata con la rucola, ma la tua assertività è sempre tendente a zero e se non fosse per il cameriere, che ti viene prontamente in aiuto, passeresti il resto della serata in bagno a vomitare carne bianca. Chissà come riesci ad ordinare il secondo che vuoi tu (il primo l'ha deciso lui, non si scampa). Si rifà con la solita battutaccia del cazzo: ma la tagliata con rucola non ti farà male alla linea? detto con un sorrisino che vorrebbe essere simpatico ed è invece odioso, perché ti ha rovinato l'unica cosa buona della serata. giuri che per vendicarti ordinerai doppia panna cotta. Intanto arriva il vino e lui se ne versa un po', fa il figo con il cameriere dicendo "ottimo, retrogusto corposo" e cazzate varie, poi lo versa anche a te e tu appena lo assaggi senti che sa di tappo, ma fai a malapena in tempo a vedere lo sguardo malizioso del cameriere che se ne va tutto soddisfatto d'aver intortato il grullo. Attacca a parlare del campionato di serie A di cui non te ne fotte assolutamente una mazza, quindi quando riesci finalmente a dirgli che non segui il calcio e che la domenica guardi il gran premio, attacca la pippa sulla formula uno, la due, la tre, il motomondiale, fino ad arrivare al suo amico Osvaldo che un tempo aveva la Honda e l'ha portato al moto raduno. Per fortuna arriva la tagliata con la rucola, ti butti sul piatto disperata, e lui ti guarda schifato. Ti viene una voglia pazzesca di ruttargli in faccia, ma non hai lo stimolo a ruttare e per giunta il cazzone non ha ordinato l'acqua. continua a scolarsi tutto il vino, cosicchè a fine pranzo sei morta di sete e ne resta un goccio. ti vergogni da morire a dire che hai sete, non vorresti ordinare un'altra bottiglia, ma poi vedi che lui incurante si versa l'ultimo goccio di vino, e la rabbia ti dà il coraggio. torna il cameriere con un'altra bottiglia di vino ammuffito, ma con la sete si beve tutto. E siamo al dolce! Diciamolo, dall'inizio della serata non aspetti altro che di tuffarti in quel sogno giocondo di latte e caramello, assaporandolo con ogni papilla gustativa. riesci persino a sopportare il suo viso schifato... ma non quando ti dice: Ma non mangerai un po' troppi dolci? Crepa! Crepa fino alla quarta generazione! Già il secondo cucchiaino ti va di traverso, nel terzo ti pare di sentire il sapore della tua cellulite che ti si scioglie in bocca, al quarto i tuoi glutei gridano vendetta. Tuo malgrado lasci metà della panna cotta, che lui con grande discrezione e cortesia divora in quattro secondi. E arriva il momento fatidico del grappino. Tu odi la grappa da quando te la propinano puntualmente ad ogni cena di natale. Lui invece sembra non essere venuto per altro che per quello, chiede al cameriere tutte le marche, tutti i gusti immaginabili, alla fine ne sceglie una che avrà forse novantanove gradi, il tizio seduto al tavolo in fondo riesce a sentirne la puzza. Tu hai già la nausea e un principio di vomito, nonostante sia riuscita ad optare per uno blando jagermeister. Lui sorride con superiorità, sostenendo che le donne non sopportano l'alcol, e tu più lo vedi bere e più vedi allontanarsi la speranza di una scopata come dio comanda, senza che ti debba affannare come un'assatanata per farglielo tener su tre minuti di seguito. ma il peggio è che lui la trova deliziosa, e non è possibile che tu non possa assaggiarla. provi a fare le mossettine da ragazza per bene che ti riescono tanto male e ti fanno assomigliare a Angela Finocchiaro vestita da suora, poi provi a supplicarlo, ma non c'è niente da fare. ti ritrovi a ingurgitare quella roba, vorresti sputargliela nell'occhio per fargli sentire quanto brucia, chissà che non gli venga un occhio verde come a David Bowie, ma sei costretta ad ingoiarla. Naturalmente gli occhi ti si riempiono di lacrime, ti cola via metà del mezzo chilo di mascara allungante infoltente rinforzante devastante e sei costretta a correre in bagno. il primo impulso è di ficcarti due dita in gola e vomitare come facevi da ragazzina al ritorno delle feste di diciott'anni, ma poi pensi che se ti dovesse venire la malaugurata idea di baciarlo puzzeresti di vomito marcio e desisti. finalmente riesci a tirare fuori dalla borsetta minuscola i trucchi di emergenza, ma dopo non riesci a farci entrare più niente, ti tocca armeggiare per dieci minuti mentre una tizia che è venuta in bagno solo per fumare ti guarda divertita. che vada a cagare. Torni al tavolo, lui è lì stravaccato che si infila uno stecchino nei denti, pare Benigni con i capelli. Finalmente chiama il cameriere per il conto, fai la mossa di pagare ma non appena apri la borsa schizza fuori tutto all'improvviso, compreso il tampax che porti sempre con te come un amuleto. rossa fino alla punta dei capelli vorresti chinarti a raccogliere la tua roba ma sai bene che se solo provi a piegarti di più di trenta gradi in avanti il tubino cederà mostrando il tuo splendido perizoma pitonato. desisti, aspetti che lui cavallerescamente ti dia una mano, ma lui è troppo concentrato sul foglietto di carta che gli ha messo in mano il cameriere. dopo cinque minuti sorride sconcertato e fa: allora sono cinquantacinque euro a testa, però non preoccuparti, la cinque la metto io che non ho il resto. vorresti ucciderlo, ma sei troppo contenta che metta lui la cinque e non ti faccia fare anche la figura di merda di dire non ci arrivo con i soldi. quindi abbozzi, raduni la tua roba con i piedi, cerchi di chinarti a raccoglierla senza muoverti troppo, e grazie alle ventinove lezioni di yoga che hai pagato cinquecento euro riesci a recuperare la tua roba senza che le cuciture del tubino cedano del tutto. certo ormai si sono talmente allentate che Gloria non potrà più metterlo, ma fa niente. Esci barcollante dal ristorante, zoppicando ormai sui piedi diventati poco più che moncherini, e capisci finalmente la tortura del loto d'oro cinese. A un certo punto senti un boato tremendo seguito da un puzzo di fogna insopportabile, ti volti e capisci che è il tuo dolce cavaliere che si è liberato di un peso che lo attanagliava. Rientri in macchina sperando che per un miracolo improvviso l'autoradio si sia distrutta e trasmetta solo Radio Maria, invece non hai fatto in tempo ad allacciarti la cintura che già sono ripartiti i Rhapsody. Naturalmente vorresti solo andare a casa a infilarti nell'adorato pigiamone con Winnie Pooh che ti tiene compagnia, ma il fellone è uscito con ben altre intenzioni, e finché non avrai capitolato non si arrenderà: "Allora, si va a bere qualcosa?" A bere qualcosa? e cosa cazzo hai fatto fino ad ora, porco matricolato? Detesti farlo perché sono cose che non si fanno, ma sei costretta a dirlo: "No, scusa, HO UN MAL DI TESTA BESTIALE (hai l'impressione che il tuo naso debba colpirlo dritto in un occhio) sarà meglio che mi riporti a casa..." Lui ti guarda con indifferenza, ma annuisce e sgomma. Il tragitto di ritorno è un inferno, con lui che taglia tutte le curve e decide che se non sorpasserà tutte le macchine che si trova davanti evidentemente non gli verrà mai più duro per tutta la vita, quindi tu senti la tagliata e il parmigiano che ti sballonzolano su e giù per lo stomaco come ai bei vecchi tempi della giostra del Pirata. E sei sotto casa. Ora, onestamente, potresti anche invitarlo a salire. Dopo tutto sono sei mesi che non trombi, e Gloria insiste che debba andare dal suo ginecologo a controllare se per caso non t'è ricresciuta l'imene. Dopo tutto lui non è tanto male, ha tirato una sola scorreggia in tutta la serata, e poi ti piace lo stile Conan il Barbaro. Stai quasi per proporglielo, quando lui ti previene: "Perché non saliamo a casa tua?" e tu, già calda, con aria maliziosa: "E a fare cheeeee?" sbattendo le ciglia "Così mi fai vedere quelle cose che mi sogno da due giorni" Stavolta il mal di testa ti viene davvero. Balzi fuori dalla macchina come una pantera, dimenticando il fragile tubino che fa straap. Cerchi freneticamente le chiavi del portone come la protagonista di un film di Dario Argento, fino a quando la sgommata alle tue spalle non ti fa capire che il pericolo è scampato. Il giorno dopo chiami la Gloria. "Allora, hai trombato?" ti fa lei tutta giuliva "Eeeeh, che gliela davo così, la prima sera...." "Cazzo, lunedì ti fisso l'appuntamento dal mio ginecologo, così non puoi andare avanti" "A proposito... il tuo tubino... te l'ho un po' rovinato... ma te lo ripago... quant'è che l'hai pagato?" "Ah una sciocchezza, seicentottanta euro..." e poi dicono che le donne costano una fortuna...

2 Commenti:

  • Ah ah ah, bell'esordio;)

    Scritto da Blogger Maurix, il 15/11/05, 21:27  

  • per favore non inserite questi post la sera se no mi cacciano di casa a trovarmi a ridere alle due di notte davanti il pc come un rinco!!!!!!!
    Complimenti lola!

    Scritto da Blogger beat_01, il 16/11/05, 01:30  

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